Medici ed infermieri che si occupano di un malato hanno sempre a che fare con i familiari e pertanto, lo diciamo con chiarezza, dovrebbero creare e mantenere vivo il rapporto terapeutico tra curante e famigliari, fino al limite del possibile.
Basta incolpare i familiari
Alcuni operatori cercando di accattivarsi la simpatia del paziente, assecondando tutti i suoi desideri e mettendolo persino contro i familiari, non avessero questi abbastanza problemi da risolvere, persino riferendo inopportunamente opinioni espresse nei colloqui terapeutici.
Si tratta di comportamenti deprecabili perchè continuano ad incolpare ingiustamente i familiari. Non possiamo più accettare che al giorno d'oggi alcuni operatori queste assurde teorie, scientificamente disattese e ampiamente sconfessate.
Cosa fare?
Il quadro non è confortante perché i familiari si trovano stretti tra la morsa degli operatori insensibili e la mancanza di risorse causa la precarietà di personale e strutture.
Se non trovi risposte adeguate devi attivarti per modificare alcuni comportamenti inaccettabili mantenuti da alcuni operatori o politici. Se resti inattivo le cose non cambieranno mai, anzi, il tuo silenzio farà sì che chi non fa il suo dovere continui a creare malasanità.
Il ruolo dei familiari: essere supervisori
Scegliere un terapeuta o rivolgersi ad un Centro significa valutare le competenze degli operatori, il transfert tra medico e paziente e comunque non identificare il medico come qualcosa di onnipotente e risolutivo al quale affidare ciecamente il benessere della famiglia e la responsabilità del trattamento.
I familiari dovrebbero controllare l'efficacia dei trattamenti e la loro continuità nel tempo, dopo aver scelto il terapeuta di fiducia o aver affidato il proprio congiunto a un Centro di Salute Mentale.
Attraverso alcuni colloqui è possibile ricavare informazioni preziose sulle quali effettuare alcune considerazioni ed eventualmente, nel caso i risultati non siano soddisfacenti, cambiare terapeuta: