La Storia di Maria

Riceviamo il 12 gennaio 2006 e volentieri pubblichiamo questa segnalazione di un Dirigente Medico di Psichiatria in servizio presso una ASL della Regione Campania:

 Ieri, ...2006, quando sono arrivato al centro di salute mentale per prendere servizio, gli infermieri mi hanno immediatamente informato che la signora Maria non aveva aperto la porta agli infermieri che le portano la terapia due volte al giorno. Da luglio dello scorso anno, quando era stata dimessa, fino a ieri, la paziente era stata sempre bene, assumeva regolarmente la terapia che gli infermieri le portano a casa quotidianamente ed era disponibile al colloquio e anche a farci entrare in casa.

Mi hanno informato, inoltre, che non c'era corrente elettrica e che si sentiva odore cattivo dalla finestra.

Così ci siamo recati immediatamente a casa della paziente.

Arrivati sul posto abbiamo provato a bussare alla finestra, ma senza ottenere risposta e senza riuscire a vedere cosa c'era all'interno della casa; si udivano solo i cani abbaiare.

Così sono andato sul retro della casa e ho provato a chiamare, ma senza ottenere risposta. Le ante del balcone erano spalancate e c'erano i due cani che abbaiavano e giravano per la casa.

Temendo il peggio ho scavalcato il muro e sono entrato in casa. Il pavimento era completamente cosparso di feci e urine dei cani, la casa in stato di abbandono, sul tavolo c'erano vari alimenti natalizi in disordine, non c'era corrente elettrica.

Sono entrato in camera da letto e finalmente ho trovato la signora Maria a letto che mi ha guardato senza proferire parola, in stato di stupor catatonico, trascurata nell'igiene personale.

I segni vitali erano buoni. I cani si sono subito precipitati sul letto della loro padrona mettendosi uno da un lato e uno dall'altro.

Così ho subito chiamato il 118 per trasportare la paziente al SPDC ... che fortunatamente aveva un posto donne disponibile.

L'ambulanza è arrivata dopo mezz'ora con il solo autista e senza alcuna strumentazione diagnostica e terapeutica a bordo. L'autista, di grande bravura e professionalità ci ha aiutato a trasportare la paziente in ambulanza con la barella.

Così abbiamo lasciato ai cani una ciotola piena d'acqua e alcuni alimenti che abbiamo trovato in casa e ci siamo recati in ospedale. Nell'uscire abbiamo notato su un tavolino una richiesta di pagamento da parte del condomino di circa 10.000 euro e varie bollette scadute.

A questo punto, tentando di riassumere brevemente la situazione psico-sociale della paziente, si ricorda che Maria  è affetta da disturbo schizofrenico ed è seguita da questa UOSM per quanto riguarda l'aspetto medico, infermieristico e sociale: terapia domiciliare portata due volte al giorno alla paziente, visite mediche periodiche, esami medici periodici, ricoveri periodici in regime di TSO, quando necessari, pratiche relative alla pensione di invalidità e alla nomina di un tutore, occasionali erogazioni di contributi economici volontari per le pulizie di casa.

Tuttavia la paziente necessita anche di assistenza materiale, ad integrazione dell'assistenza offerta dalla nostra UOSM, in quanto è incapace di provvedere ai propri interessi. Perciò è stata avanzata dal sottoscritto domanda di interdizione, domanda di pensione di accompagnamento e domanda di assistenza materiale domiciliare alle istituzioni competenti.

La richiesta di assistenza materiale domiciliare è stata avanzata prendendo atto delle seguenti evidenze: la paziente desidera vivere nella sua casa di proprietà, rifiuta di andare a vivere in una struttura tipo casa famiglia e, tranne gli occasionali episodi di scompenso, è solitamente ben compensata sul piano psichiatrico anche grazie alla terapia farmacologica che assume regolarmente due volte al giorno tutti i giorni. Garantire alla paziente un'assistenza materiale domiciliare è perciò l'unico modo per tutelare la libertà, la dignità e i diritti della signora Maria. Ogni altro intervento, in altre parole obbligarla a stare in una casa famiglia, violerebbe sia i diritti sia la libertà della paziente.

Purtroppo vani sono stati gli sforzi per garantire alla paziente l'assistenza materiale di cui necessita e, a questo proposito, si riassumono tutti gli interventi messi in atto da settembre 2004 a oggi.

  • in data 24/09/04 per le condizioni igienico-sanitarie fu avanzata, dal sottoscritto, domanda di assistenza materiale all'Ufficio Socio-Sanitario ..

  • alla domanda di assistenza materiale, l'Ufficio Socio-Sanitario ..., ha risposto, in data 04/10/04, che "i soggetti affetti da patologia mentale, al momento, non possono usufruire d'assistenza domiciliare di alcun tipo"

  • n data 27/10/04 è stata avanzata, dal sottoscritto, domanda di interdizione per la paziente Maria

  • a dicembre 2004 ho offerto 200 euro di mia volontà per far fare le pulizie di casa alla paziente

  • in data 08/03/05 ho fatto la stessa richiesta di assistenza domiciliare alla Direzione ..

  • in data 30/05/05 ho dovuto procedere a un ricovero in regime di TSO per la signora Maria presso l'ospedale .. a causa di un improvviso aggravamento del disturbo psichiatrico, ricovero che è durato circa 50 giorni

  • in data 30/05/05 ho informato del caso le Istituzioni competenti

  •  in data 16/06/05 è stata accompagnata dal sottoscritto all'udienza per l'interdizione

  • in data 16/06/05 fu redatta, dal sottoscritto, nuova richiesta di assistenza domiciliare alla Direzione..

  • in data 16/06/05 fu informato l'Ufficio Veterinario dell'ASL sulla situazione igienica e dei cani

  • in data 12/07/05 è stata accompagnata dall'assistente sociale alla visita per il riconoscimento dell'invalidità civile

  •  in data 15/07/05 ho fornito ulteriori aggiornamenti agli stessi destinatari informati in data 30/05/05, rendendo noto che la paziente sarebbe stata dimessa e chiedendo nuovamente assistenza materiale

  • in data 01/08/05 l'Ufficio Sanitario ha risposto, alla mia richiesta di assistenza materiale, scrivendo che per la signora Maria ...

  • nulla è mutato rispetto a quanto già trasmesso in data 04/10/04 

Adesso Maria è ricoverata, i suoi due amati cani sono stati ospitati in una pensione e bisogna continuare duramente a lottare per tentare di garantirle libertà, dignità e diritti.