Molto poco è stato scritto su questo argomento, a dispetto del fatto che i pazienti, le loro famiglie e le compagnie di assicurazione lo affrontano quotidianamente.
In uno studio del 1989 effettuato su questo problema è stato riportato che solo il 68 per cento dei pazienti (residenti sul territorio) affetti da schizofrenia guidano confrontati con il 99 per cento delle persone non psichiatriche affette da altre malattie. Le persone invece che a suo tempo guidavano e ora non più, lo facevano meno rispetto il gruppo di controllo. Faccenda ancora più importante, chilometro per chilometro, i guidatori affetti da schizofrenia hanno avuto un tasso di incidenti che è circa il doppo rispetto al gruppo di controllo. Due più recenti studi sulla schizofrenia (1996) non hanno individuato un tasso di incidenti più elevato tra i guidatori schizofrenici.
La domanda che ci si pone è la seguente: le persone affette da schizofrenia possono guidare?
Mettersi alla guida di un veicolo a motore richiede alcune abilità, tra le quali: 1) pianificare un viaggio a prendere decisioni se le strade sono affollate o sopravviene l'oscurità; 2) prendere decisioni "tattiche" che coinvolgono la capacità di giudizio e un attenzione costante, come ad esempio calcolare le distanza e la velocità in fase di sorpasso e 3) disporre di una buona coordinazione operativa, considerando che alcuni dei rallentamenti nei movimenti dipendono dagli effetti collaterali degli antipsicotici.
Comunque alcune persone affette da schizofrenia sono chiaramente incapaci nell'attuale e pianificare le loro idee e ciò dovrebbe essere evidente anche a loro stessi.
In breve la maggior parte delle persone affette da schizofrenia possono guidare e lo fanno. Comunque una parte di essi, cioè coloro i quali non riescono a pianificare per bene le loro decisioni e non posseggono i requisiti anzidetti non dovrebbero guidare.
Per diversi pazienti l'abilità alla guida dipende dall'uso degli antipsicotici e ci sembra ragionevole afffermare che il rilascio della patente di guida dovrebbe essere legato alla assunzione degli psicofarmaci, così come accade nel caso di persone affette da altre malattie, come l'epilessia.