Basaglia e le cause della schizofrenia

Franco Basaglia è lo psichiatra (o meglio: l'antipsichiatra)  degli anni '70 al quale va riconosciuto il merito di essersi battuto tenacemente per  superamento definitivo degli ospedali psichiatrici.

Quanto riportato e commentato riguarda il testo  "Psichiatria e Antipsichiatria", ed. Istituto Geografico de Agostini - Novara, 1978 - una lunga intervista a Basaglia sulla crisi della psichiatria tradizionale e sul significato della malattia mentale, a quel tempo intesa come "follia", ovvero la malattia principe più temuta: la Schizofrenia. Questo testo quasi introvabile, guardacaso, non viene mai citato tra quelli che riguardano Basaglia, come se non esistesse.  A nostro avviso si tratta di briciole di pane  sporco nascoste sotto il tappeto dei sostenitori, perchè è evidente che leggendolo Franco Basaglia non appare così brillante ed eroico come descritto negli articoli di cronaca contemporanea.

Ci sono alcuni punti mai affrontati dalla stampa in genere, che gli stessi giornalisti non conoscono. vediamoli:

si dice che Basaglia non era antipsichiatra - testo ricavato dalla pag. 81: "L'antipsichiatria in Italia è rappresentata soprattutto da Franco Basaglia".

colpevolizzazione delle famiglie - attributibile senza dubbio a Franco Basaglia, che ispira e anzi sostiene le teorie di Laing, Esterson e Cooper, altri antipsichiatri inglesi (vedi Thomas Sasz) esponenti di rilievo della antipsichiatria e sostenitori della teoria del doppio legame, secondo la quale la schizofrenia non è una vera malattia, bensì una sorta di reazione a messaggi contrastanti da parte dei familiari . La famiglia pertanto è considerata "il nucleo familiare come crogiolo dela schizofrenia" e descrive gli aspetti alientanti della incomunicabilità (pag. 46 esuccessive).

la schizofrenia non è una malattia - Secondo Basaglia "la schizofrenia  si considera non più una malattia...la cui eziologia è ignota .. ma come una forma reattiva a una serie di circostanze che si sono ripetute attraverso un periodo di tempo" "(pag. 46).

spiegazione della schizofrenia - siccome essa non è più una malattia, la cui eziologia è ignota, l'antipsichiatria e lo stesso Basaglia si arrogano il diritto di spiegare la schizofrenia dovuta solo a problemi comunicativi e sociali. In breve: si nega qualsiasi conoscenza scientifica, possibile causa biologica o genetica.

psicofarmaci -sebbene (pagina 25) si riconosce l'utilità delle cure psicofarmacologiche, Basaglia dichiara "questa utilizzazione dell'aiuto chimico da parte dei medici è contestato ugualmente dalle posiziioni antipsichiatriche. "Sottomettere un malato al trattamento psicofarmacologico è un attacco alla sua personalità (ndr: quindi non una cura!) e gli effetti secondari - in molti casi inevitabili, costituiscono autentiche aggressioni ... La premessa fondamentale dell'antipsichiatria è la soppressione del trattamento farmacologico".  Mai nulla di più falso

Queste idee hanno ben poco di scientifico e contrastano  nettamente con la teoria multifattoriale, tutt'oggi accettata universalmente,

Si potrebbe affermare tranquillamente: "beh, a parte le cause, Franco Basaglia è un rivoluzionario, una sorta di eroe" evitando di considerare tutto iil resto. I mass propagano notizie incomplete senza cosiderare invece le negatività dell'antipsichiatra più famoso d'Italia e le conseguenze delle sue idee.

Qualche testata di parte ha scritto testualmente che Basaglia ha avuto un "approccio estremamente rivoluzionario alla cura."., ma di quali cure stiamo parlando?  Si considera per prima cosa che la cura è un termine medico sbagliato nei confronti delle malattie mentali. Una cura implica una guarigione sicura da una malattia che presenta una eziologia certa e conosciuta, mentre nel caso della schizofrenia sarebbe più idoneo il termine "trattamento".

Il lettore si chiederà allora dove sta il problema: perchè a Franco Basaglia si deve tutto, dalla cura delle malattie mentali all'aver rivoluzionato la psichiatria.

La nostra opinione è che Franco Basaglia ha avuto una influenza significativa per il superamento degli ospedali psichiatrici, ma negativa per molte altre cose:

  • si è limitato  disconoscere l'esistenza della malattia mentale, quindi non fare diagnosi nè spiegare alle famiglie (soprattutto nell'immediato periodo post-180) di cosa soffre la persona
  • non ha proposto modelli terapeutici precisi sulla cura
  • si è opposto all'uso degli psicofarmaci, considerati le camicie di forza (forse lo erano a suo tempo), tutt'oggi utilizzati con successo e largamente in ogni Centro di Salute Mentale da Trieste a Palermo
  • il motto "la libertà è terapeutica" la dice lunga perchè è ben noto che numerosi schizofrenici non hanno coscienza della malattia e si sottraggono alle cure

Si potrebbe anche continuare con "la colpa della malatttia mentale alla fine non conta, cosa stiamo a sollevar polemiche!", tale è un modo direi superficiale  di  pensare senza considerare che:

  • negli anni successivi alla emanazione della legge 180 le famiglie sono state in pratica estromesse e isolate dalla società;
  • incolpate di esserne la causa, hanno sviluppato inutili sensi di colpa inoculati dagli  operatori
  • tacciate di esagerazione ed motività, sono state estromesse per lungo tempo dagli interventi e non considerate
  • la leggerezza con la quale è stata considerata la schizofrenia, ovvero una sorta di reazione ad eventi ripetuti, ha avuto come unico modello di cura il fatto di istruire il famigliare a vivere con il paziente, che spesso si sottrae alle cure, Immaginate quanti drammi subiti e situazioni di stress, dolore e anche paura

Tutt'ora si tende a parlare sempre meno di psichiatria come scienza che cerca di trattare le malattie mentali ma solo di approcci psicosociali. La distinzione è' netta e il danno prodotto dalla antipsichiatria continua ad andare in questa direzione.

Per approcci psicosociali si intendono tutti quegli interventi che possono rivestire una certa importanza, che variano da caso a caso,  come: l'occupazione, il supporto abitativo e i gruppi di supporto. Interventi complementari molto importanti ma  spacciati come risolutivi.

Sono certamente importanti ma a nostro avviso, si assiste ad uno spostamento delle attività di trattamento (e cura volendo usare anche questo termine) verso il semplice settore della assistenza sociale o gestito da terzi, privati o appartenenti al terzo settore, non privi di interessi economici e politici.

Non si non tiene più conto dell'aspetto sanitario della malattia mentale, già negata dagli antipsichiatri, con i risultati che vediamo: assenza di ricerca vera  nel campo delle malattie mentali, di nuovi farmaci capaci di contrastarle con meno effetti collaterali, di studi sulla genetica, sulle cause biochimiche ed ambientali.

Conclusione: ci si chiede, alla luce di tutto questo come sia possibile tutt'oggi considerare la figura di Franco Basaglia "rivoluzionaria" e "innovativa nelle cure dei pazienti mentali, tale per noi è unfalso storico che richiede una accurata revisione.

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