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Dal 14 ottobre 2021 le persone di età compresa tra i 18 anni e i 67 anni, che hanno un’invalidità civile dal 74% al 99% , non hanno più diritto di ricevere, dall’INPS, l’assegno di invalidità

Dal 14 ottobre 2021 le persone di età compresa tra i 18 anni e i 67 anni, che hanno un’invalidità civile dal 74% al 99% , non hanno più diritto di ricevere, dall’INPS, l’assegno di invalidità, che attualmente corrisponde a euro 287,09 per 13 mensilità, se hanno un’attività lavorativa a prescindere dall’importo della stessa. Anche meno di 100,00 euro di reddito l’anno impediscono di accedere all’assegno di invalidità.
 Aberrante!

Il messaggio n. 3495 dell’INPS del 14 ottobre 2021 a firma del Direttore Generale Gabriella Di Michele stabilisce che:
“ ...La giurisprudenza di legittimità, quindi, è costante nel ritenere che lo svolgimento dell’attività lavorativa, a prescindere dalla misura del reddito ricavato, preclude il diritto al beneficio di cui all’articolo 13 della legge n. 118/1971 (cfr. Cass. n. 17388/2018; n. 18926/2019).
Alla luce di tale consolidato orientamento, a fare data dalla pubblicazione del presente messaggio, l’assegno mensile di assistenza di cui all’articolo 13 della legge n. 118/1971, sarà pertanto liquidato, fermi restando tutti i requisiti previsti dalla legge, solo nel caso in cui risulti l’inattività lavorativa del soggetto beneficiario.”...
In precedenza era stato consentito,  alle persone che percepivano detto assegno, avere un reddito non superiore a 4931,00 euro all’anno, poco più di 400,00 euro al mese.
Ma molti avevano redditi inferiori a detta cifra,  alcuni di 100,00 euro al mese, alcuni di 200,00 euro.
Mi chiedo e chiedo a tutti coloro che vorranno leggere questo appello, se mai si sono trovati con un parente in questa situazione e chiedo al Direttore Generale Gabriella Di Michele se ha pensato al danno che il suo messaggio può fare a tutti coloro che sono vittime di questa che chiamo grave ingiustizia sociale, vittime di una decisione che li condanna a diventare più poveri di quanto non sono già adesso e impossibilitati anche ad avere un piccolo reddito di sostentamento oltre ai 287,09 euro.
Mi chiedo: se il Direttore Generale avesse un parente nelle condizioni degli invalidi civili condannati a sopravvivere con il beneficio di 287,09,  avrebbe lo stesso inviato il messaggio? Si è chiesta di come sopravviveranno queste persone? Quale vita possono avere? Sono dei malati, hanno diritto a un beneficio economico almeno quadruplo di quello attuale, non essere condannati come se fossero dei pesi sociali ed economici.
Spero e chiedo che venga annullata questa direttiva e venga ripristinato l’orientamento consentito fino al 13 ottobre 2021.
                                Cosimo Lo Presti
                                presidente FISAM
                    Unione Nazionale Associazioni Italiane per la Salute Mentale – o.n.l.u.s.
e-mail:  presidentefisam@gmail.com -   www.sospsiche.it