In molte realtà, la salute mentale viene spesso relegata in secondo piano. Questo squilibrio penalizza l'espansione dei servizi psichiatrici.
Anche il fattore stigma e cultura riduce, in alcune aree del Paese, la pressione pubblica per aumentare gli investimenti. La psichiatria viene percepita come meno rilevante rispetto ad altre specializzazioni mediche.
“Un primo passo potrebbe essere l'introduzione di una legge nazionale che obblighi tutte le regioni a destinare almeno il 5% della spesa sanitaria alla salute mentale. Questa misura dovrebbe prevedere sanzioni per le regioni che non rispettano il vincolo” afferma il presidente FISAM (Unione Nazionale Associazioni Italiane per la Salute Mentale – o.n.l.u.s.) Cosimo Lo Presti.
In più ogni Regione dovrebbe essere obbligata a sviluppare l’organizzazione dei servizi di salute mentale con obiettivi annuali e indicatori di monitoraggio non autoreferenziali, ma effettuati da personale esterno alle ASL con partecipazione di rappresentanti degli utenti e dei familiari.
Colmare la carenza di personale avviando assunzioni e formazione incentivando economicamente chi sceglie di lavorare nel settore mentale.
“Sviluppare campagne di sensibilizzazione per ridurre lo stigma al fine di aumentare la consapevolezza della popolazione per aumentare la pressione sulle istituzioni” continua Cosimo Lo Presti, “per aumentare gli investimenti fino a raggiungere il 10-11% della spesa sanitaria come Paesi Bassi, Germania, Svezia, Danimarca che allocano dal 10 al 15 per cento del loro Fondo Sanitario alla salute mentale”.
In più utile sarebbe creare un osservatorio nazionale sulla salute mentale che consentirebbe di monitorare la spesa regionale e pubblicare rapporti annuali, evidenziando i progressi e le criticità di ogni territorio.
E' necessario, infine, adeguare tutte le regioni al 5% della spesa sanitaria per la salute mentale non è solo una questione di risorse finanziarie, ma richiede una profonda riforma del sistema sanitario. Il cambiamento passa attraverso un impegno coordinato tra politica, sanità e società civile, per garantire un'assistenza equa e accessibile a tutti i cittadini.