Abbiamo appreso dalla stampa che Federico ha chiesto per ben due volte aiuto ai servizi psichiatrici che lo seguivano, senza ottenere le dovute risposte.
La tragica scomparsa di Federico ci ha lasciato attoniti e rattristati; Sospsiche e le Associazioni della F.I.SA.M. porgono le più sentite condoglianze ai famigliari e si associano al loro dolore.
La domanda pressante è come limitare questi suicidi: ci sono delle responsabilità che possono essere attribuite ai servizi? Si tratta del solito incidente che può capitare?
Non basta il solo accorato appello agli operatori di buona volontà a di porre maggiore attenzione: servono risorse per garantire le cure, servono protocolli di intervento uniformi su tutto il territorio nazionale.
Le cause più probabili sono: solitudine, problemi economici, malattie mentali. In ogni caso giungere a commettere un simile gesto richiede aver abbandonato qualsiasi contatto o interesse per la vita; quello che si definisce "gesto estremo" il più delle volte è legato a gravi problemi di salute mentale.
Ma nel caso di Federico, era malato mentale, la cosa è un po' diversa, proprio perché l'interessato lamentava una crisi e aveva chiesto aiuto per un ricovero, poi non avvenuto. Noi sosteniamo fermamente che i pazienti affetti da una malattia mentale debbano godere di tutti i diritti che hanno gli altri pazienti. Perché Federico non è stato seguito correttamente proprio nel momento di crisi?
Non siamo in grado di sapere se la famiglia, sia riuscita a percepire i segnali che precedono (e tante volte non si notano) il suicidio e se aveva le abilità per farlo d’altronde i famigliari non sono degli psichiatri e non ne hanno colpe, sia ben chiaro.
A nostro parere è più che sufficiente la sola richiesta di Federico per giungere alla conclusione che non è possibile e lecito respingere le richieste di un paziente mentale in crisi adducendo a mancanza di risorse. La nostra Costituzione all’art. 32 recita: ”La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.” Non esiste la limitazione economica riportata nell’articolo della “La Stampa” di domenica 3 novembre 2024. Ha fatto bene la Procura ad aprire un fascicolo per stabilire se ci fossero presupposti di reato.
Se qualcuno tra i servizi ed operatori non è stato in grado di intercettare la sua richiesta insistente di aiuto, vuol dire che ha commesso un errore.
Noi comprendiamo che le risorse sono sempre più esigue, lo abbiamo ripetuto allo spasimo in numerosi incontri, conferenze e siamo d'accordo che la mancanza di finanziamenti è in parte causa di questi eventi, abbiamo anche chiesto l'introduzione degli A.S.O. e un miglioramento della legge 180 in favore dei malati e la definizione di protocolli di intervento analoghi in tutta Italia. Chiediamo da sempre diritto alle cure e di non lasciare soli i malati e le famiglie, l’abbandono per legge è per noi un atto immorale.
Si contano sempre di più problemi legati a mancati interventi, ritardi, servizi negati e per questo suggeriamo ai familiari, dopo le prime richieste telefoniche, di scrivere e lasciar così traccia di quanto avvenuto, a prova dei disservizi e mancate risposte da parte dei servizi, ancor meglio segnalare questi casi alla magistratura.