Il Covid senz'altro ha scatenato non poche preoccupazioni, accentuato situazioni drammatiche e nuove emergenze in tema di Salute Mentale. Come dire, paradossalmente che "ogni male fa del bene"; nel senso che il Covid ha acceso i riflettori sulla salute mentale, a lungo ignorata non meno importante della salute fisica.
Nella scuola, nel mondo dello spettacolo, dello sport, del lavoro, del cinema e dell'arte e in tanti altri settori l'argomento è tornato giustamente, prepotentemente alla ribalta. Attori, artisti, personalità di primo piano confessano di essere affetti "dal male del secolo"; si avverte un cambiamento ed appello per discutere della salute mentale senza tabù.
Si potrebbe dire allora "che cosè la salute mentale, questa sconosciuta". Per anni l'importanza della salute mentale è stata messa in secondo piano. Ma ora nel post Covid tutto è cambiato; c'è una rinnovata attenzione concessa dai mass-media e noi di sospsiche.it speriamo che, oltre al parlarne, si facciano passi concreti e non solo discorsi da veri parolai.
La cronica mancanza di risorse è un fatto per nulla nuovo, segnalato da sopsiche.it e da altre organizzazioni che da sempre reclamano maggiori finanziamenti, almeno del 5% sul budget della Sanità, come avviene in altri stati della Unione Europea.
Il grande pubblico subisce l'influenza della stampa e si stupisce dei casi di violenza e aggressione. Ii genitori si preoccupano perché i primi sintomi che si registrano in famiglia sono legati a disturbi d'ansia, d'attenzione, isolamento. Tutti sintomi che sono il preludio, purtroppo, allo sviluppo, negli anni successivi, di vere e proprie patologie mentali.
Sarebbe necessario intercettare in tempo questi segnali di disagio, fare qualcosa, sottoporre queste persone (possibili malati mentali del futuro) immediatamente a valutazione psicologica, capire i loro problemi, nei casi sospetti formulare diagnosi per attivare subito i trattamenti, senza i quali si sprofonda nella cronicità, e rafforzare i servizi per la Salute Mentale.
Questo in passato non è avvenuto; la malattia sottovalutata, e fin dagli anni '80 si è parlato ben poco di attività di screening e prevenzione. Senza tutto questo la psichiatria del futuro non sarà sostenibile e in parte non lo è già oggi. Dobbiamo evitare gli errori del passato e proiettarci al futuro. Il risultato lo abbiamo sotto gli occhi oggi; molte delle persone che soffrivano qualche disagio sono peggiorate; i sintomi sono diventati quelli della schizofrenia, depressione, borderline e numerosi, gravi disturbi di personalità, le persone affette sono diventate croniche e che per letteratura psichiatrica tendono a sottrarsi alle cure.. Il quadro è drammatico: suicidi all'ordine del giorno, aggressioni agli operatori ospedalieri e nel territorio, famiglie disperate al limite della sopravvivenza.
Spesso le famiglie non hanno gli strumenti per comprendere i primi segnali; non sanno a chi rivolgersi; altre sono convinte di far da sé, altre ancora sottovalutano i pericoli legati ad un possibile peggioramento o credono solo alle cure alternative: cambiar aria per un po', dedicarsi a qualche hobby e così via, tutte cose complementari a trattamenti scientificamente provati come la psicoterapia e la farmacologia. Di contro molte delle famiglie più "rodate", quelle che in prima linea lottano ogni giorno con i gravi problemi del loro congiunto, non ne parlano, non si espongono, stanno zitte, non si lamentano.
Dialogando con vari famigliari in contatto con sospsiche.it è emerso che chi convive con un famigliare affetto da grossi problemi borderline, non ne vuole parlare. Si penserebbe a questo punto che il problema è legato allo stigma e alla vergogna di avere un parente schizofrenico, borderline, depresso. Si, c'è anche questo innegabile aspetto (ma non risolutivo come qualcuno crede) da affrontare con una lotta culturale per equiparare la salute mentale a quella fisica.
Ci sono però molti genitori, fratelli e sorelle che ogni giorno sono costretti a subire di riflesso le conseguenze della malattia mentale. Il loro assistito, proprio a causa della patologia sofferta è sospettoso, controllante, diffidente, pronto a cogliere qualsiasi minimo segnale; in casa vige una tensione continua e impalpabile, si vive anche nel terrore di dire o fare qualcosa. Il paziente grave non accetta critiche o consigli. Fanno presto alcuni psichiatri a suggerire che i familiari dovrebbero "mettere dei paletti e gestire la situazione", quando la persona non riconosce di cosa soffre e si sottrare alle cure. . Facile a dirsi, più difficile a realizzarsi. Gli operatori quando si rivolgono al paziente hanno maggiori probabilità di farsi valere, in quanto visti come "autorità" e perché suscettibili di possibili trattamenti coercitivi.
Di recente un padre di una persona affetta da sindrome borderline ne ha parlato con un socio della FISAM, lamentando l'impossibilità di esporsi e comunicare alla stampa la situazione drammatica nella quale vive quotidianamente. Ha paura descriverla perché il malato mentale (che non è un idiota, per capirci) naviga costantemente in rete; potrebbe leggere una storia nella quale identificarsi e scatenare ritorsioni d'ogni genere in famiglia.
Questi famigliari ogni giorno vivono la malattia mentale sotto continuo stress, rinunciando a qualsiasi cosa, fino al totale isolamento, quando avrebbero invece diritto a condurre una vita serena come tutti gli altri. Alcuni di essi si rivolgono alle associazioni di familiari; quando Invitati a raccontare la loro storia, frequentano qualche direttivo e lì si sfogano, ma al momento di agire si tirano puntualmente indietro, anche se mantenuto il dovuto anonimato e privacy.
Il finale è semplice: le storie non si raccontano, le situazioni di abbandono raramente denunciate; la famiglia sotto stress è piegata completamente all'apatia e piena rassegnazione. Risultato: per l'opinione pubblica e i mass-media loro non esistono, sono i fantasmi della psichiatria e tutto va bene così.
L'appello di sospsiche.it è di uscire allo scoperto, di raccontare ai nostri associati quanto accade, di rendere il grande pubblico partecipe del loro drammi e di contattarci; non per uno sfogo ma per trovare insieme soluzioni concrete. Siamo infatti convinti che quelli che si raccontano sono una minima parte delle famiglie costrette a situazioni veramente drammatiche. In breve: costituiscono una punta dell'iceberg e nuovi studi dovrebbero andare in questa direzione per capire meglio il fenomeno e le dinamiche sottostanti.
Se se ne parla solo tra famigliari o associati il cerchio si chiude e non si va da nessuna parte, per assurdo proprio nel momento in cui i problemi della Salute Mentale sono sotto i riflettori che, tra non molto, potrebbero spegnersi facendo sprofondare tutti in quel passato più buio che mai che nessuno vuole più.
Salute Mentale: l'appello delle associazioni ai familiari: siamo vicini alla catastrofe, partecipate e sosteneteci.
Nel dopo Covid assistiamo a un forte richiamo all'importanza della Salute Mentale; tutti ne parlano, ma le famiglie e i pazienti, in prima linea e più sole che mai, non si raccontano, il loro problema non esiste per l'opinione pubblica, male informata; è essenziale partecipare, per prevenire futuri abbandoni e il collasso della psichiatria.
© sospsiche.it - riproduzione consentita esclusivamente citando il sito https://www.sospsiche.it