I princìpi della legge 180

La redazione di Sospsiche.it ha cercato in Internet documenti sintetici che riepilogassero i princìpi di legge, senza trovarli. Ci sono numerose pagine con le interpretazioni più svariate, perlopiù lunghe e scritte in un incomprensibile ideologichese.

Sinteticamente riassumiamo qui principi:

  • contrapposizione totale alla legge del 1904 che ha istituito i manicomi

  • abolizione del concetto di pericolosità del malato di mente

  • malattia: dovere di cura da parte del medico invece che di difesa da parte della società

  • consenso, ossia il dovere del medico di farsi carico della libertà della persona, adottando tutte le iniziative opportune rivolte ad assicurare il suo consenso, anche nel caso di trattamento sanitario obbligatorio (vedi il testo della legge 180)

  • nuova risposta del servizio al paziente, che viene ricoverato non per la sua pericolosità, ma solo se si sottrae alle cure.

  • eccezionalità dell'intervento di trattamento sanitario obbligatorio, da effettuarsi solo in casi estremi quando tutti i tentativi volti ad ottenere il consenso sono falliti e per un periodo massimo di 7 giorni, eventualmente prorogabile per altri 7.

  • al centro della nuova concezione non c'è più la persona in quanto malata, bensì i suoi bisogni e diritti, con l'attribuzione di tutti i diritti al paziente mentale.

  • creazione di nuove competenze professionali che mettano in grado gli operatori di lavorare sia nella struttura ospedaliera, che in ambulatorio, che al domicilio e nelle strutture di accoglienza intermedia fra l’ospedale e la famiglia

  • introduzione di concetti quali il decentramento, la territorialità, la continuità terapeutica tra ospedale psichiatrico e territorio, il lavoro in équipe.

I princìpi ispiratori della legge 180 sono da noi in larga parte condivisi, perchè spostano l'attenzione dalla persona bollata come "malata" a soggetto attivo sul territorio. In questo senso la legge 180 costituisce una risposta definitiva alla istituzione nel tentativo di attuare quella psichiatria comunitaria avviata però con diverse modalità nel resto del mondo.

La domanda che tutti si pongono è con quali strumenti e modelli attuativi questa importante legge abbia tradotto i princìpi enunciati in una reale azione sul territorio e quali sono le difficoltà delle famiglie e pazienti.

E' una domanda che dopo quasi quarant'anni dalla promulgazione della legge, non trova tristemente ancora risposta, nonostante l'esistenza di modelli di cura e trattamento alternativi che nulla hanno a che fare con le condizioni di ricovero forzato o con il manicomio.