Cosa ne pensa l'opinione pubblica

Salute mentale: un problema sconosciuto

La questione della salute mentale è pressochè sconosciuta al grande pubblico. Una ricerca di qualche anno fa dimostrava che meno dell'1% del pubblico intervistato conosceva che cosa è realmente il disturbo  mentale, quali sono le opzioni di trattamento e via così; è un dato che fa riflettere molto, a dimostrazione che il problema in pratica è conosciuto solo dalle persone più vicine al paziente.

Non è un problema di poche persone

Si stimano almeno 500.000 persone affette da disturbo grave; le statistiche parlano poi del 2-4% di affetti da depressione; emerge che non  un problema di pochi e numericamente supera quello quello di molte malattie fisiche importanti.

Ma è un problema del quale se ne parla sempre poco.

Vergogna e stigmatizzazione

Vari fattori fanno sì che il problema venga tenuto nascosto, tra i quali:

  • vergogna dei familiari più stretti: porta a nascondere il paziente ed il problema e a non parlarne; la conseguenza è che il problema non esiste per nessuno.

  • incapacità del paziente di difendersi e di coalizzarsi con altri per rivendicare i propri diritti; esistono pochissimi gruppi di pazienti in Italia. Le persone che hanno avuto un episodio di disturbo mentale non amano frequentare altri pazienti.

  • stigmatizzazione della famiglie e del paziente, suo isolamento.

Mass-media tra  informazione e disinformazione

Il 99% dei cittadini che non sanno cosa è la malattia  mentale annovera naturalmente anche molti giornalisti televisivi, della stampa e radiofonici che perlopiù si limitano a descrivere fatti di cronaca nera senza indagare il reale coinvolgimento dei Centri, i problemi che affliggevano il paziente, gli interventi effettuati.

Si dice semplicemente che il paziente era seguito dal Centro di Salute Mentale

Opinioni determinate dall'emotività, spesso contraddittorie

Le reazioni della gente comune sono contrapposte e disparate:

  • se si verificano fatti di cronaca  nera: desiderio di riapertura dei manicomi, riduzione dei diritti del paziente o sua limitazione.

  • se vengono lesi dei diritti: ripristino degli stessi, no fermo alla istituzione o a proposte di costrizione, rievocazione del manicomio, rifiuto del ricovero, accuse di mancata applicazione della legge.

Si tratta di reazioni perlopiù emotive scatenate da un particolare evento, senza disporre delle giuste informazioni su cosa prevede la legge e senza considerare che ogni evento è una storia a sè. Ci si dimentica in pratica che alcuni pazienti dovrebbero godere di più diritti ed altri invece andrebbero seguiti nel vero senso della parola. La legge 180 rifiuta, salvo casi estremi ed eccezionali, qualsiasi tipo di cura obbligatoria: numerose persone affette da disturbi di conseguenza si sottraggono alle cure, cronicizzano e commettono atti violenti.

Ma di questo non si parla quasi mai.

Comuni modi di pensare, più o meno sbagliati

  • il malato mentale è pericoloso

  • il malato mentale è pericoloso socialmente (lo diventa solo dopo aver effettuato un delitto e su sentenza)

  • non c'è il manicomio, ma andrebbe rinchiuso da qualche parte

  • non si può far nulla

  • la colpa è sempre della legge che non viene applicata (ma sono trascorsi 26 anni e  non è mai stata aggiornata)

  • la legge 180 è la migliore al mondo (in 26 anni di applicazione ha ispirato le altre legislazioni ma non è mai stata copiata integralmente).

  • la psichiatria italiana è la prima al mondo (la psichiatria comunitaria è nata ben prima di quella italiana ed è stata sviluppata con più ragionevolezza)

  • con la chiusura del manicomio sono stati risolti tutti i problemi, (i problemi sono stati rovesciati letteralmente sulle famiglie e pazienti)