Dal momento della sua promulgazione la legge 180 ha suscitato non pochi dubbi e nella pratica messo in serie difficoltà tantissime famiglie. Tale è un dato di fatto reale, si parli di necessità di modifiche o meno.
Un associazionismo dei familiari frammentato, spaccato e debole
Frammentazione - Le associazioni di familiari sono sorte immediatamente dopo la promulgazione della legge proprio perchè in precedenza la cura e trattamento del paziente era di esclusiva pertinenza dell'istituzione psichiatrica. E' noto il fenomeno che in precedenza vedeva diversi familiari abbandonare il congiunto in manicomio, se non farlo lì rinchiudere, per finalità diverse dalla malattia. Noi però non ci sentiamo responsabili di questi comportamenti e per le manchevolezze di altri che ci hanno preceduti.
Va detto anche che fino agli anni '70 la persona affetta da malattia mentale non poteva contare su cure efficaci come gli psicofarmaci ed era condannata a peggiorare nel tempo, cosicchè l'accettazione a livello familiare e della società era certamente più difficile.
Nel periodo post 180 sono sorte associazioni per la salute mentale e specifiche leghe, associazioni e federazioni riferite ai singoli disturbi (di disturbi sommariamente se ne contano almeno una quarantina). La conseguenza immaginabile che la lotta comune per la salute mentale è stata frammentata in universo associativo costituito da una miriade di piccole associazioni che pongono istanze del tutto diverse proprio perchè i diversi disturbi richiedono diversi trattamenti e sono più o meno accettati dalla popolazione.
Associazioni pro 180 e per la modifica della legge
Dopo l'avvento della nuova legge sulla salute mentale i familiari si sono divisi in due distinti in due blocchi contrapposti:
associazioni di familari pro-legge 180: sono legate a cooperative, medici, ecc. e con questi si presentano uniti nei mass media. L'obiettivo di queste organizzazioni è esclusivamente quello di attuare integralmente la legge 180 nell'ottica della libertà terapeutica del paziente.
Rivestono un ruolo piuttosto subordinato e asservito al volere di operatori che considerano la legge 180 "l'undicesimo comandamento" biblico e spesso fanno da "stampella" per la rivendicazione di piani locali per la salute mentale. Organizzate in una Unione Nazionale delle famiglie, sono attive nella applicazione della legge 180 a livello locale.
Altre organizzazioni pro-180: ce ne sono molte piuttosto politicizzate o legate ad ambienti di cooperative, gruppi sociali, ecc. (v. Psichiatria Democratica, ecc.).
associazioni di familiari per migliorare la legge 180: sono composte da familiari non sono legate ad alcuna organizzazione di categoria; alcune hanno radicalizzato la lotta nel rifiuto della legge. Altre mantengono un atteggiamente comunque rispettoso verso molti punti della legge, come ad esempio la ferma contrarietà alla struttura manicomiale. Alcune hanno coinvolto partiti politici, singoli medici, altre organizzazioni per chiedere le modifiche di legge. Tempo fa si sono coalizzate e hanno controfirmato un documento per chiedere le modifiche in parlamento, sostenuto da circa 33 associazioni.
La F.I.SA.M.
Le associazioni che si battono per introdurre alcune modifiche alla legge 180 si raccolgono nella FISAM.
La Federazione coordina e sostiene in una sorta di associazione Nazionale i singoli e gruppi di familiari e associazioni attive nelle rivendicazioni di zona e nelle proposte di miglioramento della attuale legge.
Altre associazioni sono più o meno "indipendenti" dal contesto e spesso opportuniste cercano un appoggio presso una fazione o l'altra.
Il panorama è quindi molto frammentato e non esiste una organizzazione forte a livello nazionale capace di coalizzare tutte le richieste ed istanze delle associazioni. Da parte delle associazioni pro-180 volano anche accuse (a nostro parere ingiustificate) di manicomialismo e spesso si nota una vera e propria difficoltà di dialogo tra le parti; in particolare le associazioni pro-180 sono molto legate agli eredi del Basaglia e non mettono assolutamente in discussione alcun aspetto anche migliorativo della legge, nella convinzione che solo l'accettazione e la lotta allo stigma possano risolvere i problemi dei pazienti mentali.
Mancanza di dialogo
Probabilmente nel futuro se saranno accettate le modifiche di legge sarà ipotizzabile una riunificazione sotto unica bandiera da parte delle associazioni dei familiari.
Questa soluzione è auspicabile ma poco fattibile causa la collusione eccessiva tra politica e associazionismo, le grosse lacerazioni e una assoluta, attuale mancanza di dialogo tra le parti.
Sospsiche.it deve far notare, con rammarico, che alcune associazioni di familiari non abbiano ancora aperto un confronto, nonostante le numerose risorse, le idee innovative espresse e la chiara politica antimanicomialista perseguita che distingue l'operato della FISAM.
I limiti delle associazioni di familiari
La maggior parte dei familiari non sono iscritti nè partecipano ad attività associative, in gran parte questo è dovuto a gravi problemi che li affliggono ed a sentimenti di vergogna. Pertanto alcune associazioni hanno all'interno operatori, esponenti della Chiesa, politici; la disperazione a volte porta anche a non essere autonomi. Da una stima fatta non ci sono più di 3.000 persone iscritte in totale (considerando tutte le associazioni) e questo significa che se vanno presi i dati da esse dichiarati (circa 600.000 pazienti mentali e 1.800.000 persone coinvolte inclusi i familiari, quasi 20 milioni di persone che hanno sperimentato un disagio mentale nel corso della vita) le cifre stesse indicano una grave debolezza.
Nella maggior parte dei casi ogni singola ASL conta circa 10-12 persone riunite in un direttivo; spesso le incombenze sono a carico del solo Presidente di Associazione, mentre gli iscritti in totale non arrivano a una trentina di unità.
Sebbene molte associazioni guardino ad internet con un atteggiamento positivo, capita che numerosi Presidenti pensino al solo fatto di gestire la propria zona di competenza (Città o Usl) al meglio, senza comprendere il villaggio globale nel quale ormai tutti abitiamo.
In tema di salute mentale le decisioni si prendono al Parlamento e nella Unione Europea ed è necessario esprimere fortemente le proprie opinioni e idee, quindi partecipare a progetti innovativi come l'offerta di collaborazione con Sospsiche.it.
Sospsiche.it è l'unico sito italiano presente in Internet che offre queste opportunità alle associazioni, nella speranza che avere un luogo seppur virtuale "dove parlare" sia l'essenza del cambiamento e del miglioramento delle condizioni di vita delle persone affette da disturbo.