Il Progetto della FISAM
Perché dobbiamo unirci:
- A livello nazionale nessun’associazione è così forte da far sentire a livello politico la sua voce e in tutti questi anni non siamo riusciti a far migliorare la normativa psichiatrica rendendola più consona ai diversi bisogni dei malati. soprattutto per quelli gravi e inconsapevoli.
- La malattia mentale ancora oggi è misconosciuta dalla stragrande parte della popolazione
- Ancora oggi pregiudizi e vergogna serpeggiano inizialmente in chi ha un familiare colpito da una malattia mentale
- Emarginazione e discriminazione sono una costante nelle storie dei familiari
- Manca una politica di prevenzione che faccia diminuire i casi di cronicizzazione dei malati
- La ricerca scientifica in campo psichiatrico è una cenerentola, soprattutto in Italia
- La riabilitazione psichiatrica anche dove in alcuni casi è utilizzata è marginale e non è confezionata per il singolo, ma è una risposta generica e incompleta.
- Mancanza di studi epidemiologici sulla vera situazione psichiatrica sul territorio Italiano
- Insufficiente conoscenza delle malattie psichiatriche da parte dei medici di base
- Assoluta mancanza di responsabilità sancita per legge degli psichiatri per la non presa in carico dei malati
- Assoluta mancanza di una normativa che obblighi la cura dei malati con diagnosi psicotica grave non collaborativi e non consenzienti
- TSO non adeguato
- Strutture sanitarie sul territorio a macchia di leopardo.
- Finanziamenti non adeguati alla complessità della malattia.
- Controllo delle strutture autoreferenziale, affidato agli stessi operatori delle strutture
- Aggiornamento del personale con valutazione (quando c’è) interna
- Progetti obiettivi non cogenti e senza alcuna sanzione per gli inadempienti
- Gestione dei soldi della psichiatria senza un controllo preventivo e consuntivo
- Servizi con orari non adeguati alla problematicità della malattia
- Servizi d’assistenza sempre più carenti ed erogati a pochi
- Sperimentazione poca e non incentivata
- Ricerca del risparmio a tutti i costi
- Farmaci nuovi e non a pagamento
- Mancanza di strutture differenziate per patologia e per età
- Mancanza di servizi di pronto intervento nel momento di crisi
- Carenza di risposte nell’integrazione sociale e lavorativa
- Poca integrazione tra pubblico e privato
- Carico sociale, economico, sanitario insostenibile dalla famiglia con un malato mentale in casa
- Nessuna certezza per i genitori di figli malati gravi, che alla loro morte i figli non siano abbandonati, ma curati e assistiti
- l'impossibilità di libera scelta del curantre e della struttura
ecc. ecc.
L’elenco potrebbe continuare, ma mi fermo qui. Se riusciamo a portare la nostra voce a Roma sarà perché tutti avremo fatto un passo avanti, viceversa se non c’è nessuno che si muove avranno ragione i nostri direttori dei D.M.S. a strombazzare ai quattro venti che tutto va bene, perché nessuno protesta. Loro la voce la alzano, si fanno sentire, si muovono, organizzano congressi ai quali partecipano i politici e si fanno belli al loro cospetto.
Se noi non diamo voce alla protesta e alle proposte, facciamo il loro gioco, dobbiamo essere in tanti e ognuno deve fare la sua parte, non dobbiamo dimenticare cosa è costato il piccolo progresso fatto in questi ultimi 32 anni e le storie drammatiche vissute in prima persona.
E’ nostro compito far sì che chi verrà dopo di noi, non abbia a provarle.
Il Presidente pro-tempore
Lo Presti Cosimo
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