Manifesto per la Salute Mentale

Il Manifesto illustra in dettaglio e con estrema chiarezza i principi fondamentali e gli obiettivi che la FISAM  intende perseguire in tema di Salute Mentale. La FISAM partecipa alle audizioni Parlamentari e agli organismi regionali  per formulare e sostenere le  proposte dei famigliari, commentando i disegni di legge nel rispetto dei dettami del MANIFESTO.  Il documento è  stato approvato dalle associazioni aderenti alla  FISAM Unione Nazionale  Associazioni Italiane per la Salute Mentale onlus) ed è oggetto di revisione periodica. Consulta anche la pagina Proposte e rivendicazioni. e/o partecipa attivamente come socio sostenitore (persona fisica)   o  gruppo/associazione di familiari iscrivendoti alla FISAM

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versione del 19 gennaio 2025,  formato pdf

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VERSIONE SINTETICA IN FORMATO TESTUALE

Questo documento rappresenta un impegno collettivo per rafforzare i diritti e le cure delle persone affette da malattie mentali, promuovendo un sistema sanitario più equo, efficace e umano.  Espandi li singoli punti;

Questo documento nasce per delineare le strategie di intervento, tutela e promozione della salute mentale in Italia. Le proposte si basano su principi di equità di accesso, diritti del paziente e coinvolgimento attivo delle famiglie, mirando a uniformare i servizi su tutto il territorio nazionale e a garantire una gestione etica e competente delle patologie mentali.

L'obiettivo è fornire una guida operativa che risponda alle esigenze di cura, prevenzione, ricerca e formazione, integrando i modelli di assistenza internazionale più avanzati.

La sanità pubblica deve essere gratuita e centrale nell'erogazione di cure e servizi in ambito psichiatrico.

Si sottolinea la necessità di una terminologia chiara e rigorosa: i termini "disagio" e "disturbo" non definiscono adeguatamente patologie gravi come psicosi, depressioni severe e disturbi della personalità.

Queste sono malattie mentali che devono restare di competenza sanitaria, in linea con la legge 833/78, e non essere delegate all'assistenza sociale.

La corretta classificazione delle patologie permette di identificare percorsi di cura specifici e differenziati, garantendo risorse adeguate per la gestione delle malattie più complesse.

L'organizzazione dei servizi deve essere omogenea su tutto il territorio nazionale, superando la frammentazione regionale che genera disuguaglianze nell'accesso alle cure.

La salute mentale deve essere considerata una priorità della Sanità Pubblica, con una dotazione finanziaria che rappresenti almeno il 5% del Fondo Sanitario Nazionale (FSN), con l'obiettivo di raggiungere gradualmente il 10-11%, in linea con i Paesi europei più evoluti.

Le Regioni inadempienti devono essere sanzionate attraverso il congelamento dei fondi o il commissariamento.

Vanno inoltre potenziati i Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) con personale qualificato e risorse adeguate per rispondere alle esigenze del territorio.

  • Diritto alla diagnosi scritta e precisa secondo il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) o il manuale di classificazione internazionale delle malattie (ICD).
  • Accesso a cure personalizzate e multidisciplinari
  • Diritto di cura anche per i malati gravi inconsapevoli e non collaboranti, i quali, se non curati, rischiano il peggioramento e spesso la cronicizzazione
  • Divieto di contenzione fisica o farmacologica impropria, così come gli abusi di sedazione riscontrati in carcere, negli ospedali e nelle strutture residenziali. Tutte queste pratiche devono essere sanzionate.
  • Possibilità di ricorrere a un Garante indipendente per segnalare abusi e difendere i propri diritti.
  • Diritto di scegliere il medico curante e le strutture di ricovero. Medico e strutture possono essere proposti dal DSM, ma non imposti. Le strutture non possono rifiutare il paziente se non per motivi gravi e comprovati, ma con l'obbligo di accoglierlo appena i gravi motivi cessano.
  • Libertà di comunicazione con l'esterno anche durante i trattamenti obbligatori.
  • Tutela della dignità e della privacy in ogni fase del percorso terapeutico.
  • Monitoraggio costante degli effetti collaterali delle terapie
  • Coinvolgimento attivo nei piani terapeutici.
  • Diritto a ricevere supporto economico, psicoeducativo e infermieristico.
  • Garanzia di assistenza domiciliare e interventi tempestivi entro 24 ore dalla segnalazione.
  • Possibilità di richiedere l'intervento obbligatorio in caso di rifiuto del paziente di recarsi al CSM, supportato da una richiesta del medico di base.
  • Accesso a percorsi formativi per la gestione del congiunto malato.
  • Protezione legale per i familiari che segnalano situazioni di pericolo.
  • Diritto a rivolgersi a un garante indipendente per segnalare inadempienze o abusi da parte dei curanti.

Il trattamento deve essere differenziato in base alla gravità della patologia, con un approccio integrato e omogeneo su tutto il territorio nazionale che includa:

  • Psicofarmaci, terapie psicologiche (CBT, psicoeducazione), supporto psicosociale e interventi riabilitativi
  • Programmi di riabilitazione personalizzati e centrati sulla persona.
  • Personalizzazione del percorso terapeutico, con monitoraggio costante e adeguamenti periodici.
  • Collaborazione tra psichiatri, psicologi, infermieri, assistenti sociali ed educatori, medici di base, pediatri e, ove occorra, pedagogisti e geriatri.
  • Progetti di inclusione sociale, lavorativa e abitativa.
  • Cura separata per patologie psicotiche e tossicodipendenze, con titolarità del processo attribuita al medico curante del DSM in caso di doppia patologia.

La Neuropsichiatria Infantile deve essere collegata alla Psichiatria per adulti ed essere adeguata alla domanda del territorio.

  • Accertamenti Sanitari Obbligatori (ASO) uniformi su tutto il territorio e senza contenzione fisica.
  • Chiunque venga a conoscenza di un malato abbandonato e inconsapevole può richiedere l'intervento del DSM, che deve provvedere entro 24 ore dalla segnalazione.
  • I TSO devono essere eseguiti senza l'uso delle forze dell'ordine, salvo pericolosità evidente.
  • La durata del TSO non deve superare i 7 giorni, salvo proroga giustificata da una commissione indipendente.
  • Informazione obbligatoria ai pazienti sui trattamenti e sui propri diritti, con accesso a difensori della salute mentale.

In molte regioni italiane, i servizi di neuropsichiatria infantile sono sottodimensionati rispetto al bisogno.

Bisogna aumentare il numero di professionisti formati in neuropsichiatria e psicologia attraverso incentivi e bandi specifici e migliorare la collaborazione tra servizi sanitari, sociali e scolastici per una presa in carico multidisciplinare.

Si richiede la creazione di strutture differenziate per livello di assistenza e autonomia del paziente, con un massimo di 10-20 posti per struttura, al fine di garantire un ambiente più familiare e stimolante. Le residenze devono prevedere progetti terapeutici individualizzati e attività mirate alla riabilitazione e al reinserimento sociale e lavorativo.

  • Strutture Residenziali Psichiatriche differenziate per livelli di intensità riabilitativa e assistenziale, da quelle SRP1 (per trattamenti terapeutico-riabilitativi intensivi) a quelle  SRP.3.3 (per interventi socio-riabilitativi con personale per fasce orarie, detti anche Gruppi Appartamento).
  • Alloggi assistiti.
  • Affidamento intrafamiliare o eterofamiliare.
  • Strutture semiresidenziali per il reinserimento nel quotidiano.
  • Appartamenti singoli, assegnati dall'Agenzia territoriale di edilizia popolare regionale o provinciale, per il malato che ha raggiunto un'autonomia accettabile.

In queste residenze si deve puntare alla qualità del servizio, riproducendo il più possibile un ambiente quotidiano, prevedendo attività propedeutiche al miglioramento delle capacità residue: attività ludiche, manuali e finalizzate all'acquisizione di capacità lavorative e autonomia.

La ricerca deve essere finanziata separatamente dai fondi destinati alla psichiatria clinica. È necessario incentivare studi su nuove terapie, imaging cerebrale, genetica e fattori sociali.

  • Creazione di programmi di formazione obbligatori per operatori sanitari, educatori, assistenti sociali e forze dell'ordine.
  • Collaborazione con le università per sviluppare nuove linee di ricerca sulle malattie mentali.
  • Sviluppo di strumenti digitali per il monitoraggio e il trattamento a distanza.
  • Formazione obbligatoria per operatori con un budget vincolato: è necessario un addestramento altamente specializzato, che valorizzi la figura dell'Educatore e includa corsi di aggiornamento per pediatri e medici di base.
  • Monitoraggio precoce nelle scuole per identificare disturbi del neuro-sviluppo e disagio giovanile.
  • Campagne di sensibilizzazione per ridurre lo stigma e favorire l'inclusione sociale.
  • Coinvolgimento di associazioni di pazienti e familiari nella progettazione delle campagne.
  • Creazione di percorsi personalizzati per il reinserimento lavorativo, con azioni antistigma e formazione professionale per i pazienti.
  • Diritto all'inserimento nelle liste di collocamento obbligatorio, come previsto dalla legge 68/99.
  • Progetti di lavoro protetto e inserimenti mirati in contesti aziendali.
  • Incentivi per le aziende che assumono persone con disturbi mentali.
  • Promozione di progetti innovativi, anche con l'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale, per favorire l'inclusione lavorativa.
  • Garantire la sicurezza di malati, famiglie, operatori e terzi è cruciale:
  • Evitare la sedazione impropria in comunità terapeutiche, ospedali e carceri.
  • Incrementare il numero di REMS (Residenze per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza) per evitare la detenzione di malati mentali gravi in carcere.
  • Creare un'agenzia nazionale indipendente per monitorare le strutture sanitarie, con la partecipazione di pazienti, familiari e professionisti.

È necessario un controllo continuo sull'effettiva attuazione dei servizi, coinvolgendo un'authority indipendente composta da rappresentanti di pazienti, familiari, operatori e istituzioni.

Garantire soluzioni abitative e assistenziali adeguate per i pazienti privi di supporto familiare, con il coinvolgimento dei servizi istituzionali competenti.

Istituire un osservatorio nazionale indipendente per monitorare le malattie mentali e l'efficienza dei servizi, con protocolli omogenei su tutto il territorio.

 Se concordi con questi punti, non esitare:  contattaci, per formare un nuovo gruppo di familiari o comitato; riceverai l'aiuto necessario.