F.A.Q. domande e risposte
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SCHIZOFRENIA E STRUTTURE PER CURA E RECUPERO
16 febbraio 2016 - Sono la mamma di un ragazzo di 22 anni malato di schizofrenia. Attualmente lui è abbastanza stabile ed è pronto a seguire un percorso di riabilitazione. Mi sapete consigliare delle strutture valide di cura e recupero? Vi ringrazio di cuore L.
Gentile Signora,
il Dipartimento di Salute Mentale è costituito, oltre dal reparto ospedaliero psichiatrico e dal CSM, ovvero centro di salute mentale, anche da strutture residenziali e territoriali per la riabilitazione che è appunto quanto Lei ritiene necessario per far avanzare Suo figlio nel percorso di recupero. Ma proprio queste modalità, per procedere nel cammino verso una buona ripresa, devono essere oggetto di valutazione e di programmazione con il CSM che è il motore vero e proprio di ogni progetto individuale di cura e riabilitazione. Tenga presente che anche questa fase di riabilitazione entra a pieno titolo nella sanità e pertanto è a carico del Servizio Psichiatrico. Naturalmente è determinante un rapporto collaborativo con gli operatori del CSM e mi auguro vivamente che questo sia il Suo caso. La Sua sintetica richiesta di informazione non mi permette che questa generica risposta. Eventualmente ci faccia pervenire informazioni più esaustive sulla situazione Sua e di Suo figlio.
[risponde MLG Diapsi Piemonte, http://www.diapsipiemonte.it]
BIPOLARE SI CHIUDE E ALLONTANA...
25 gennaio 2016 - ex compagno bipolare da alcuni mesi è entrato nella fase depressiva dopo avermi lasciata si è chiuso fino ad allontanarsi del tutto ora sono giorni che non lo sento so che sta male ma non so come comportarmi posso cercarlo o meglio lo lascio stare?
F.
Gentile signora,
se la diagnosi (meglio se scritta) ottenuta dal suo ex compagno è proprio "disturbo bipolare" la vedo difficile indipendentemente dalla fase in cui si trova. Solitamente la fase depressiva in cui alternativamente cadono le persone diagnosticate con tale malattia è molto cupa, seppur temporanea. E' difficile dire (soprattutto a distanza senza aver mai visto il suo ex compagno) che cosa fare. Spesso neppure i farmaci possono aiutare la persona con tale condizione patologica. Immagino che sia in osservazione clinica da chi ha diagnosticato il disturbo che lei riferisce. In questo caso conviene fare riferimento allo psichiatra che l'ha in cura per poter avere risposte precise e pratiche su come comportarsi. In alternativa penso si possa prendere in considerazione l'ipotesi che anche lei avanza nella sua domanda di aiuto: lasciare stare.
[dr Paolo Zucconi, Udine, http://www.dr-zucconi.it ]
IL DOSAGGIO DEL DEPAKIN NEI DISTURBI DELL'UMORE
15 gennaio 2016 - Sono un ragazzo di 30 anni, di circa 70. il Depakin può andare bene essere (al dosaggio di 1000 mg) o se per la stabilizzazione del tono dell'uomore anche a base ansiogena, ci fossero delle soluzioni migliori.
In teoria con valutazione a distanza e con informazioni basilari comunque riduttive, in generale, anche il Depakin può essere interessante. Senz'altro lo specialista prescrittore avrò fatto un ragionamento clinico successivo ad una valutazione personale prima di esprimersi con la prescrizione del farmaco e del suo dosaggio. Pertanto conviene sempre fare riferimento a chi ha operato una valutazione personale e considerato attentamente la sintomatologia lamentata dal paziente (umore basso, ansia?) con lamentele che sempre attengono a situazioni specifiche della vita. A distanza senza conoscere le varie situazioni della vita dove la persona ha avuto difficoltà, diventa difficile esprimersi seppur con un generico giudizio. A volte per essere ancora più specifici nella valutazione clinica e prima di potersi esprimere con un piano terapeutico (psicofarmaci, psicofarmaci e supporto psicologico, psicoterapia comportamentale) il paziente viene pure sottoposto a test psicodiagnostici specifici e mirati alle lamentale e alle ipotesi iniziali del diagnosta. A distanza neppure questo è possibile.
[dr Paolo Zucconi, Udine, www.dr-zucconi.it]
FASI MANIACALI CON ALLUCINAZIONI E DELIRI...
4 settembre 2015 - Ho fasi maniacali gravi con allucinazioni e deliri di onnipotenza cosa posso fare?
Purtroppo recentemente tali problematiche sono tra la popolazione italiana molto più diffuse di un tempo. Immagino tuttavia che quanto riportato nella domanda sia supportato da una specifica diagnosi (PREFERIBILMENTE SCRITTA) firmata dallo specialista che l'ha valutata. Proprio lo specialista che dha redatto la diagnosi è la persona più competente per esprimersi anche sulla cura. L'alternativa è quella di farsi valutare da altro specialista (psichiatra o psicoterapeuta) preferibilmente privato e farsi redigere i risultati scritti e firmati della valutazione. Successivamente chi valuta anche è in grado di esprimersi terapeuticamente
[dr. Pao.lo Zucconi, http://www.dr-zucconi.it ]
MALATO SCHIZOFRENICO NON ASSUME PIU' RISPERIDONE
1 settembre 2015 - Marito schizofrenico curato anni fa con Risperdone poi sospeso per sua volontà Attualmente situazione insostenibile. CPS mi dice che deve essere lui a decidere per una visita e che TSO potrebbe non funzionare. Soluzioni ? Sua madre e tre sorelle assenti.
Comprendo come Lei si senta sola in questa difficile situazione. Non vedo altra soluzione che collaborare con il centro di salute mentale ed insistere affinchè effettui una visita a domicilio per rendersi conto dello stato di Suo marito e convincerlo a riprendere la terapia, tenendo come ultima ratio la possibilità di un TSO. Il TSO è sempre un provvedimento traumatico e traumatizzante, ma talvolta sblocca delle situazioni che sembrano insolubili. Ricordi che è compito ED OBBLIGO del servizio pubblico psichiatrico farsi carico dei casi difficile ed intervenire anche a domicilio. Coraggio !
[risp. Maria Luisa Gentile, Diapsi Piemonte]
PROBABILE CASO DI PERSONA CON PATOLOGIA BORDERLINE
1 settembre 2015 - "(probabile caso persona affetta da patologia borderline) ...mentre prima aveva piccole crisi durata di ore, essendo passati quasi 2 mesi, ritornerà normale ? andata dai cc perchè le ho scritto degli sms rigata l'auto, l'unico con cui stava bene, ogni sera abbracciata poi mandato vio con insulti e accuse tipo che un incidente lo fece avendola io drogata. sn vecchio e puzzo, le devo 15mila euro per l'auto che io le avrei rubato
Gentile Signore, da quanto scrive appare piuttosto evidente che la signora in questione non sta bene e c'è solo da sperare che venga seguita e curata e che soprattutto accetti questi interventi. Il consiglio che possiamo dare a Lei è di prendere un po' le distanze, almeno per il momento, per non aumentare irritabilità e tensione che la Sua vicinanza e il Suo affetto sembrano provocare. Si spera che la famiglia della signora in questione sappia attivarsi per darle aiuto e sostegno.
[risp. Maria Luisa Gentile, Diapsi Piemonte]
Quanto da Lei descritto sono manifestazioni bizzarre e anomale tipiche della paTologia borderline; consiglio di iscriversi al forum dove troverà molte risposte e aiuto da parte di altri frequentatori, così da trovare il giusto distacco dalla persona, la serenità e uscire dal circolo vizioso della codipendenza, riconquiistando il suo benessere.
[amministratore del sito]
MIO FIGLIO SCHIZOFRENICO NON FREQUENTA NESSUNO...
31 agosto 2015 - Mio figlio schizofrenico di 30 anni. Non esce mai, non frequenta nessuno. Cosa devo fare per poterlo aiutare ? Nulla lo smuove...
L'apatia, l'isolamento di Suo figlio sono caratteristici della sua patologia e purtroppo anche la più affettuosa delle insistenze difficilmente riuscirà a "smuoverlo". Lei potrebbe cercare un'Associazione di utenti o di volontari in ambito psichiatrico nella speranza che uno stimolo da parte di un estraneo alla famiglia possa risvegliare un desiderio di comunicazione da parte di Suo figlio.Ma sarebbe importante conoscere di più sulla situazione del Suo ragazzo: E' seguito dal servizio pubblico ? viene curato adeguatamente ? Assume farmaci ? Come è composto il nucleo famigliare ? Ed anche dove risiedete ? Se vuole, può rispondermi direttamente, in modo da poter dare qualche suggerimento più mirato.
(Maria Luisa Gentile, volontaria DIAPSI Piemonte)
Non è facile poter (ancor più a distanza senza aver valutato né il paziente né la situazione concreta e molto personale) che cosa fare quando e come per "aiutare " un figlio con diagnosi (a parole? scritta'?) di schizofrenia. Per altro senza sapere né quale tipo di schizofrenia né le comorbilità Nè tanto meno quali terapie segue. Conviene in generale rivolgersi sempre a chi ha valutato la persona e fatta la diagnosi. Solo lui potrà esprimersi in modo opportuno.
(dr. Paolo Zucconi, sito www.dr-zucconi.it)
FAMIGLIARE CON DEPRESSIONE AVANZA CHE SI SOTRRAE ALLE CURE
31 agosto 2015 - Un mio famigliare è in stato di depressione avanzata o di psicosi. Il coniuge non capisce che la moglie ha bisogno di un aiuto presso cliniche. Cosa possono fare i familiari della moglie per evitare che il marito non perda tempo e non faccia nulla ?
Se la situazione del Vostro famigliare è veramente seria e il coniuge convivente non ne comprende la gravità, potete contattare il Centro di salute mentale di pertinenza territoriale per portarli a conoscenza del caso e chiedere di intervenire facendo anche pressione sul coniuge affinchè si renda conto della situazione e collabori per una cura.
Potete anche rivolgerVi ad un'Associazione di famigliari di malati psichiatrici affinchè intervenga presso il marito e lo orienti nella ricerca di aiuto alla moglie. Intanto cercate ancora di parlare con lui, con gentilezza e pazienza, per convincerlo che esistono delle buone possibilità di cura e di sostegno per la moglie ed anche per lui.Eventualmente datemi altre informazioni, cercherò a mia volta di consigliarVi meglio.
[Maria Luisa Gentile, volontaria DI.A.PSI Piemonte, Torino]
FIGLIA CON RITARDO MENTALE E SCHIZOFRENIA: CHI PAGA LE SPESE DI RESIDENZIALITA'?
22 agosto 2015 - ho una figlia con ritardo mentale dalla nascita e la schizzofrenia...la asl compartecipa al 30 % alle spese per la sua residenzialità. noi paghiamo il 40 % che corrisponde a 1200e: la asl deve prendersi in completo carico ec?
Il ricovero in una struttura residenziale socio-sanitaria (di sollievo/tregua, temporaneo o definitivo), rientra nelle prestazioni Lea, Livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria definite dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001 allegato 1.C. le cui norme sono cogenti in base all’articolo 54 della legge 289/2002.
Per quanto concerne la retta alberghiera a carico del ricoverato - persona con handicap intellettivo riconosciuto in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 104/1992, in relazione alla situazione di gravità che determina priorità negli interventi dei servizi pubblici - si precisa che in base a quanto disposto dall’art. 25 della legge 328/2000 e dei decreti legislativi 109/1998 e 130/2000, l’importo deve essere determinato esclusivamente con riferimento alla situazione economica personale dell’utente, dedotta una quota mensile per le sue piccole spese personali (cfr. www.fondazionepromozionesociale.it)
Per maggiori e più dettagliate informazioni: UTIM – Unione per la Tutela delle persone con disabilità intellettiva, Via Atisti 36, 10124 Torino: utim@utimdirittihandicap.it
(risp: la segreteria Di.A.Psi. Piemonte - Difesa Ammalati Psichici, www.diapsi.org)
PROCEDURA DI RICOVERO EXTRAOSPEDALIERO
14-08-2015 Qual'è la procedura per un ricovero extraospedaliero, come ad es. comunità terapeutica, quando il malato schizofrenico non accetta volontariamente?
La risposta è molto semplice : non esiste una tale procedura perchè non esiste la possibilità di inserimento in comunità o altre strutture extraospedaliere senza il consenso del paziente. L'unico provvedimento attuabile senza il consenso del malato è il ricovero coatto in reparto psichiatrico ospedaliero, ovvero il Trattamento Sanitario Obbligatorio = T.S.O. di cui tanto si è parlato in questo mese ( vedi caso Andrea Soldi ). Poichè molti sono i malati che non accettano la comunità
terapeutica/riabilitativa, si ricorre in pratica a diversi escamotage per l'inserimento "volontario", che possono essere anche solo semplicemente estenuanti trattative da parte degli operatori e famigliari oppure, se il malato è ricoverato in reparto psichiatrico, proponendogli la comunità come unica possibilità di uscire dall'ospedale e come tappa indispensabile verso una vita infine più autonoma e libera.
Si tratta di un nodo della psichiatria molto delicato e molto complesso: da un lato sembra vincere la conquista della 180. il rispetto cioè sempre e comunque della volontà del malato, dall'altro sussiste la necessità di poter curare e avviare un cammino di riabilitazione anche quando il malato non è collaborativo e non consapevole del proprio stato.
A queste difficoltà che traggono origine dalla superficialità della Legge 180 e sono sovente di ostacolo a famigliari e operatori si deve aggiungere la situazione finanziaria del Paese e delle Aziende Sanitarie che non possono più sostenere i costi molto pesanti delle Comunità Terapeutiche.
[risposta: DI.A.PSI Piemonte]
SORELLA PREOCCUPATA: POSSO ANCHE IO SVILUPPARE UN DISTURBO SCHIZOAFFETTIVO?
15-06-2015 - A mio fratello è stata diagnosticato un disturbo schizoaffettivo, con esordio a 27 anni. Io ho 21 anni e sono preoccupata che anche io possa sviluppare la malattia. Che probabilità ci sono? Mi consigliate una visita genetica?
La visita genetica potrebbe non servire per lo scopo che lei si propone. Un check up neuropsicopatologico (anche con specifici test) sarebbe comunque per lei utile allo scopo di individuare eventuale vulnerabilità biopsicchica a livello di possibili abilità sociali mancanti o deficitarie. La psicopatologia diagnosticata va curata nel breve e non con sintomatici ma intervenendo sulle cause, una volta per sempre. Tuttavia non è trasmissibile.
risponde: il dott.. Paolo Zucconi, psicologo e psicoterapeuta - http://www.dr-zucconi.it
categorie: schizofrenia, dagnosi